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La Rumba - Parte I e II

 
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Cip



Registrato: 19/11/06 20:11
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MessaggioInviato: Lun Nov 12, 2007 12:14 pm    Oggetto: La Rumba - Parte I e II Rispondi citando

Vorrei iniziare a proporre il nostro angolo della cultura...
Chiunque voglia lasciare un commento e lo farà sarà ben gradito...
A presto la parte seconda..

LA STORIA DELLA RUMBA - Parte Prima

Il termine rumba indica qualcosa di più che un semplice ballo: identifica un genere musicale e coreico comprensivo di un insieme di balli. Nella lingua spagnola il verbo “rumbear” definisce un particolare modo di ballare, basato sui movimenti seducenti dei fianchi e del bacino, ed è tipico di molti balli caraibici e latino-americani, antichi e moderni.

La rumba nasce a Cuba, dopo l'abolizione della schiavitù (1878).
Moltissimi schiavi neri, non possedendo terreni per l’agricoltura, furono costretti in quel periodo a lasciare le campagne e a spostarsi nelle periferie dei paesi e delle città, costruendo accampamenti precari e squallidi quartieri detti Solares . Questi Solares, che servirono come dormitori per svolgere lavori umili nei centri urbani, esistevano già nei sobborghi; con l’abolizione della schiavitù, l’incremento demografico degli stessi fu sostanziale. Nei Solares si mescolarono le distinte tribù africane, portate a Cuba dagli spagnoli, con i bianchi salariati che lavoravano nei piccoli negozi.
Per questa gente, povera ma libera, la musica e la danza diventarono ben presto un modo di essere e di vivere, un modo di esprimersi, sul piano religioso, sociale e affettivo.
In questo ambiente apparve una festa collettiva e profana chiamata Rumba; con un impatto così grande che la parola rumbero si utilizza ancora oggi per designare un persona allegra e festaiola ed il verbo “rumbear” per definire una attività festiva intensa. Durante queste feste gli uomini ballavano in modo virile e le donne in modo femminile e seducente.

All’ inizio, causa l’estrema povertà dei gruppi sociali, per la produzione dei ritmi si usava di tutto:
maracas (zucche svuotate, con sassolini dentro); marimba (rumba box: strumento di percussione); claves (due bastoncini di legno percossi l'uno contro l'altro); cassoni vuoti che fungevano da tamburi.

Quando mancava qualcuno di tali strumenti, la percussione era affidata a vari utensili e oggetti domestici quali bastoni, cucchiai, piatti di legno, ecc.. In poco tempo si passò a usare i Cajones (le casse) con cui si importava il baccalà, per il loro legno buono. Con i cajones si accompagnava un cantante che inoltre suonava la clave. Poi i cajones furono sostituiti dai tamburi, che arrivarono a essere tre. I tamburi (tumba, llamador e quinto) ricevettero il nome generico di tumbadores. Questa struttura s’ingrandì con un esecutore che colpiva con due bastoni il corpo di legno di uno dei due tamburi; questo divenne noto con il nome di Cáscara. Infine, il ritmo della cáscara passò a essere eseguito dallo strumento noto come cata (tronco di legno svuotato e sospeso in aria). È da queste circostanze che, alla fine del secolo passato, sorse la frase: “rumba del tempo di Spagna”, per evocare la maniera d’eseguire la Rumba a Cuba sotto la dominazione spagnola.

Sul piano coreico, il miscuglio delle figure inventate e mutuate da danze varie non fu inferiore a quello operato per gli 'strumenti' musicali. I danzatori innestarono elementi di balli africani su basi di habanera e su alcune figure di conga. Tendenzialmente preferivano i ritmi molto vivaci. Le parti cantate, improvvisate, avevano per oggetto la durezza e i sacrifici di una esistenza libera solo nominalmente: la povertà crea sempre un qualche tipo di schiavitu’. Si alternavano tematiche di denuncia sociale legate alla quotidianità a problemi riguardanti l’amore e le sue eterne leggi.

Fine Prima Parte......to be continued...
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pasquino
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MessaggioInviato: Mar Dic 09, 2008 9:28 am    Oggetto: Rispondi citando

Parte seconda

sono tre forme o stili principali della Rumba; il Yambú, la Columbia e il Guaguancó.

Il Yambú ha una origine urbana e pare sia uno degli stili più antichi visto che esistono testimonianze fin dalla metà del secolo XIX. La sua base musicale è molto lenta. Si inizia con un lalaleo in coro - sillabe ripetute come in un segnale (la, la, la, la...) - chiamato Diana. Quindi il solista canta alcune strofe, che si chiamano Decimar, nonostante molte volte la struttura delle stesse non abbia niente a che vedere con la forma poetica spagnola della décima. Il coro risponde di nuovo con un lalaleo e così vanno avanti, alternandosi i cori con il solista; infine comincia il ritornello dove inizia a ballare una coppia (“Rompe la Rumba”). Il ballo è lento, con movimenti cerimoniosi. Rappresenta il civettare della donna attorno all'uomo e si caratterizza perché non vi si realizza il Vacunao tipico del

Guaguancò. Altro fatto fondamentale è che nello Yambú la parte di maggior esibizione appartiene alla donna; il maschio è relegato in secondo piano.

La Columbia ha un’origine piu’ recente. Il ritmo diventa piu’ veloce e ballano prevalentemente i cavalieri che devono dimostrare la loro virilità attraverso resistenza e fantasia creativa. L'origine rurale di questo ballo è indubbia. Per i grandi ballerini o musicisti della Rumba "la Columbia è la campagna soprattutto quella di Matanzas"; alcuni, più categorici, sostengono che sulla linea della ferrovia in Matanzas c'era una frazione chiamata Columbia dove andavano gruppi di ballerini a divertirsi. Questa origine rurale si percepisce nei testi che, benché ispirati alle tematiche più varie, sono costituiti da brevi frasi, poco pulite e con un'abbondanza di vocaboli africani, a conferma che questa creazione sia nata nelle piantagioni di canna da zucchero e nelle baracche.
La struttura della Columbia (solista-coro) è la stessa degli altri stili della rumba e presenta due parti chiaramente definite: una del solo canto; l'altra il Capetillo o parte ballata. Il Llorao (pianto), caratteristico della Columbia. consiste in lamenti o esclamazioni piagnucolose che lancia il cantante o Gallo nel mezzo dei suoi canti. Prima del Capetillo ci sono anche i Cantos de Puya o iattanze. Arrivato il momento del ballo, alcuni partecipanti della festa chiedono permesso, con un gesto, per ballare e quindi, dopo che si sono fatti spazio tra i presenti e salutato i tamburi, ostentano la loro abilità nel ballo. Più tardi, altri ballerini li sostituiranno provando a superarli nei passi. Il gioco o lo stile dei ballerini è di "gambe e spalle". Tendono a mantenere la posizione eretta, poiché a volte portano in equilibrio sulla testa un bicchiere o una bottiglia. In alcuni luoghi della campagna si usa ballare con in mano asce o coltelli. L'aria della Columbia "è rapida ma seduta". Uno dei tamburi, il Quinto, deve sottolineare ogni movimento fatto dai ballerini, richiedendo che il percussionista sia molto esperto per la varietà di colpi che dovrà marcare.

Il Guaguancó è di origine urbana; si narrano fatti e aneddoti in forma poetica. E' un genere prevalentemente narrativo costituito da frequenti improvvisazioni. Tutti quei temi che colpiscono la vita del negro del popolo sono rimasti plasmate nei testi: la politica, la protesta sociale, il sentimento patriottico, l'amore, l'amicizia, le frustrazioni, la satira e altri.

Attualmente alla parte cantata si aggrega una ballata "rumba de guaguancó", anche se alcuni vecchi sostengono che il Guaguancó propriamente detto è la parte narrativa. Nel ballo si rappresenta un vero e proprio gioco d’amore tra uomo e donna. Lo scopo è quello di conquistarsi a vicenda. Nella Rumba la donna muove spalle, fianchi e piedi con portamento altero o indifferente se vuole respingere il maschio, seducente se lo vuole conquistare. Il ballerino tenta di avvicinarsi a lei con fare disinvolto, per poi tentare di affascinarla o lusingarla con le proprie movenze. E’ il ballo di seduzione per eccellenza. All’interno della coreografia viene inserito un gioco di abilità nel corso del quale il maschio effettua dei rapidi movimenti pelvici a simulare il rapporto sessuale, chiamati “vacunao”. Oggi si è molto stilizzato il “vacunao” suggerendolo a volte con un movimento del fazzoletto e/o di un'altra parte del corpo. La donna deve ripararsi da questi movimenti proteggendosi prontamente l’inguine con una mano, con la gonna o girando le spalle all’uomo.

Diversi studiosi tendono a considerare ciascuno di questi tre stili come un vero e proprio ballo autonomo, vista la differenza ritmica e contenutistica che intercorre fra di loro. Alcuni sostengono esista anche un altro stile chiamato Jiribilla

La rumba rimase confinata per lungo tempo nelle estreme periferie urbane e tra la povera gente. Soprattutto perché, nella rumba delle origini, alcuni movimenti dei cavalieri furono considerati troppo spavaldi o pericolosi (ad es. la prova dei coltelli); oppure, per quanto riguarda i movimenti della donna, alcuni di essi furono ritenuti troppo licenziosi dalla borghesia e dalle classi dominanti.

Nella originaria ripartizione (yambù, guaguancò, columbia) erano presenti due anime diverse: l'anima romantica che ispirava le delicate e sensuali figure coreiche femminili, su ritmi molto lenti (yambù) e l'anima aggressiva rivolta, su ritmi veloci (guaguancò, columbia), alla conquista della femmina e alle provocazioni della stessa.
Molti ballerini ed istruttori di salsa che operano nelle regioni del Sud America, contro la inarrestabile proliferazione di figure latino-americane applicate alla salsa, vanno teorizzando e praticando un recupero della gestualità rumbera, con particolare riferimento all'azione corporea del guaguancò, al fine di ritrovare la perduta atmosfera africana.
Nella fase matura la rumba si perfeziona attraverso l'introduzione di strumenti musicali professionali e attraverso la cura dei testi. Per le percussioni vengono usati dei tamburi particolari denominati tumbadoras. Si tratta di tre tamburi di misure e suoni differenti, fatti di toghe di legno e leggermente a forma di barile: Quinto, Salidor e Tres Golpes. Accompagnati da un paio di maracas metallica (nkembi), che porta nei polsi il suonatore del `Quinto` nella Columbia, e un paio di Clave con i quali il cantante marca il ritmo.

Comunque generalmente, nel Yambú e qualche volta nel Guaguancó, si impiegano due casse o recipienti di legno. Il piccolo, quasi sempre ottenuto da una "scatola di candele" che ha un suono più acuto e funge da Quinto; il maggiore (alcuni di questi recipienti erano quelli che contenevano il baccalà) ha un suono più grave e funge da Tumbadora. Mescolando così colpi di cucchiaio, colpi nelle porte e in tutto quello che permette al negro di creare ritmo.
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Titty



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MessaggioInviato: Mar Dic 09, 2008 10:45 am    Oggetto: Rispondi citando

Che stai a reciclà i topic vecchi maè!!!! Laughing Laughing Laughing
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