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La Santeria - Parte I e II

 
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Autore Messaggio
Cip



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MessaggioInviato: Lun Nov 12, 2007 12:17 pm    Oggetto: La Santeria - Parte I e II Rispondi citando

Continua l'angolo della cultura...
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La Santeria

La Santeria nasce da antiche eredità spirituali africane e spagnole, combinando e confondendo il sacro ed il profano in un miscuglio magico: al di fuori delle nostre concezioni e di ogni possibile aspettativa.

Conosciuta anche come "Regla de Ocha", la Santeria è la più importante religione di origine africana trasportata a Cuba dagli schiavi e praticata fino ai giorni nostri da un gran numero di fedeli al punto di essersi convertita in una rilevante componente culturale dell'identità nazionale cubana. Questo culto è originario dell'Africa equatoriale, più precisamente della regione compresa tra l'antico regno del Dahomey. il Togo, il Benin e il sud-ovest della Nigeria. In quei luoghi vissero numerose tribù che avevano come idioma comune il "yoruba"; oltre alla lingua, condividevano diversi tratti culturali e alcune credenze religiose
I “yoruba” d'Africa arrivarono a Cuba grazie all’intensa tratta degli schiavi che si svolse dal secolo XVI al secolo XIX causa il crescente bisogno di manodopera nei centri di produzione dello zucchero.
Gli schiavi africani, sottoposti alla dominazione spagnola volta ad imporre le proprie credenze in campo religioso, si preoccuparono di occultare le proprie agli occhi dei loro padroni.
Fu così che gli ”orisha”, le divinità tribali, al fine di ingannare gli spagnoli, presero i nomi dei santi cattolici che piu’ somigliavano alla loro rappresentazione africana. I riti magici “yoruba”, in tal modo, andarono progressivamente a fondersi con le tradizioni della Chiesa cattolica. Ecco perché è appropriato parlare di sincretismo religioso a proposito della santeria.
I santi cattolici inizialmente servivano solo a mascherare il culto che veniva dall’Africa; oggi sono una cosa sola, inscindibile dai i rispettivi “orisha”.

Il termine "santeria" è stato coniato dagli spagnoli per denigrare quella che a loro pareva una eccessiva devozione verso i santi da parte dei loro schiavi, che in questo modo non comprendevano il ruolo principale di Dio nella religione cattolica.
Questo atteggiamento di devozione fu accentuato dalla proibizione tassativa, pena la morte, di praticare le proprie religioni animiste portate dall'Africa occidentale; costrinse gli schiavi a trovare una soluzione per aggirare questo divieto e celare, nel vero senso della parola, le loro divinità dietro l'iconografia cattolica. "Santeria" è, o è stato, un termine dispregiativo. I praticanti spesso preferiscono altri nomi come Lukumi o Regla de Ocha.

Al giorno d’oggi non c’è santero che non si dica cattolico e che non sia battezzato. La necessità di un tempo, ingannare per sopravvivere, si è trasformata in una religione nuova che non nasconde più niente a nessuno; è diventata un cattolicesimo sui generis, costretto a fare i conti con i rituali venuti dall’Africa quattrocento anni fa. A Cuba la Chiesa non può che chiudere un occhio se vuole convertire e farsi accettare, perché nell’isola non è possibile prescindere dalla tradizione.

Alla loro origine gli “orisha” erano personalità reali, umani che possedevano l’"achè" (potere); per questo furono trasformati dai loro discendenti in divinità immateriali con dimora negli elementi naturali (fiumi, mare, boschi…).
Si rendono percettibili agli esseri umani solo prendendo possesso di uno di loro attraverso la cerimonia denominata “hacerse el santo”. Le divinità sono simili alle figure del pantheon greco, con vizi e difetti tipici degli uomini. Ciascuna di loro ha preferenze diverse, a partire dal cibo per finire ai colori; dalle danze, alle parti del corpo e alla forza naturale che dominano. L'idea suprema del Dio è rappresentata da Olofin, che si presenta sempre assieme a Oloddumare, il creatore di tutti gli Orishas; la fusione dei due rappresenta l'idea del cielo e della terra.
Tra loro e gli uomini gli intermediari sono gli altri santi, che, a loro volta, necessitano spesso della mediazione di Obatalà, il santo vestito di bianco. Coloro che sulla terra canalizzano messaggi, energie e consigli, sono i "santeros" e i "babalawos"
Le prime case dedicate a questo tipo di culto vennero fondate dopo l’abolizione ufficiale della schiavitu’ grazie ad una maggiore libertà di culto nelle zone urbane.
Due avvenimenti furono decisivi per una definitiva cubanizzazione della Santeria:
- l'unificazione di diversi culti yoruba in una unica liturgia (la denominata Regla de Ocha) raggiunta dal "balalawo" Lorenzo Samà e dalla sua sposa Latuan sul finire del secolo XIX;
- la definizione della "Regla de Ifà" (sistema di predizione usato dagli yoruba) che si deve al babalawo Eulogio Gutierrez.

Il sistema per predire il futuro usato dalla Santeria, conosciuto appunto come Regla de Ifà, funziona attraverso la "Tavola de Ifà" o di Orula (San Francesco d'Assisi) che è manipolata dal babalawo, categoria sacerdotale che può essere ricoperta solo dagli uomini e solo quando un altro babalawo, dopo aver consultato la tavola, scopre che può essere figlio di Orula.

I denominati "santeros" praticano la predizione del futuro quando il santo che hanno ricevuto in affidamento li autorizza attraverso un sistema denominato Caracoles.

Le immagini cattoliche sono dense di simbolismo. Per gli africani associare queste immagini alle loro divinità fu un processo lungo, ma inesorabile; ora, infatti, si fatica a distinguere la differenza.

Fine parte prima ...to be continued....
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Piedeamaro



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MessaggioInviato: Ven Nov 30, 2007 12:11 pm    Oggetto: Rispondi citando

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Distraido



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MessaggioInviato: Gio Dic 13, 2007 10:54 am    Oggetto: Rispondi citando

Grazie maestro..
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Distraido



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MessaggioInviato: Lun Gen 28, 2008 11:49 am    Oggetto: Rispondi citando

ma la seconda parte?
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Cip



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MessaggioInviato: Lun Gen 28, 2008 12:47 pm    Oggetto: Rispondi citando

Arriva...
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pasquino
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MessaggioInviato: Mar Dic 09, 2008 9:31 am    Oggetto: Rispondi citando

Segue parte prima....

Vediamo due esempi di come si siano sincretizzati alcuni santi cattolici.

Changò, divinità della mascolinità, della guerra, del fulmine e del tuono, venne legato indissolubilmente alla figura di Santa Barbara.
Come è stato possibile che un Orisha maschio come Changò fosse abbinato ad una Santa? Santa Barbara porta le vesti bianche e rosse, ha una coppa in una mano e una spada nell’altra; racconta la sua storia che il padre venne ucciso da un fulmine subito dopo averla fatta decapitare perché cristiana.
Di contro i colori rituali di Changò sono il bianco e il rosso, l’Orisha è un guerriero (la spada) e ama bere alle feste (la coppa); inoltre è il dio del fulmine che usa anche per castigare gli uomini indegni (il padre della Santa). Infine, in uno dei racconti che riguardano Changò, si dice che una volta dovette travestirsi da donna per sfuggire ai suoi nemici

Ed ancora.

Intorno al 1660 venne eretta nel casale di Regla una casupola che custodiva un immagine della Vergine, la Regola (Regla) intagliata da Sant’ Agostino, la Vergine della Regola. Si narra che, diciassette anni dopo la sua morte, Cipriano, suo discepolo, per evitare che la figura venisse profanata dai barbari, imbarcò l’immagine in una piccola nave. La leggenda vuole che nonostante una tempesta li avesse sorpresi in mezzo allo stretto di Gibilterra, l’immagine non si rovinò e non ebbero pericolo ne Cipriano, ne la piccola imbarcazione; questo è stato considerato il suo primo miracolo, ampiamente commentato da marinai e pescatori.
La Vergine divenne così la patrona dei marinai. Nel 1662 la casupola eretta venne distrutta da una tempesta, ma venne ricostruita una cappella. Nel 1664 arrivò a La Habana una nuova immagine della vergine che venne istallata nella cappella. Lì divenne oggetto di grande devozione e il 23 dicembre del 1714 venne proclamata patrona della baia. Le sue feste divennero popolari in tutte le classi sociali. Bianchi, nobili e negri schiavi, liberati per pochi giorni, bevevano acquavite e organizzavano lotte di galli e inaspettate corride di tori. Nell’aria si sentivano allegri cori dedicati alla dolce Maria, che si mescolavano con i suoni tribali dei tamburi batà che evocavano Yemayà, la potente, l’altra madre.
Il sincretismo di Yemayà con la Virgen de Regla risultò naturale e consequenziale:
la Vergine è la madre di Dio, bisogna attraversare il mare per vederla e risiede sulla sua sponda; Yemayà è la potente madre di tutti gli Orishas, la misericordiosa regina del mare, che è la sua dimora.

Il sincretismo tra il santo cattolico e l’Orisha, quindi, può nascere da una motivazione profonda o da una similitudine estremamente semplice ed ingenua. Gli schiavi africani non sapevano assolutamente nulla dei dogmi della chiesa. Credevano che ogni immagine fosse a se stante; non capivano, e probabilmente non erano interessati a capire, che due diverse immagini della Vergine, con due nomi diversi fossero relative alla stessa persona. Non aveva senso!

Questi alcuni degli Orishas piu’ importanti:

YEMAYA’ madre della vita, signora del mare, fonte fondamentale di vita. Le piace cacciare e maneggiare il machete; è indomabile e astuta, i suoi castighi sono duri, la sua collera terribile. E’ giustiziera, ma è anche madre dolce che ascolta le richieste dei suoi figli e si preoccupa per loro. I suoi colori sono il blu e il bianco, veste con sette gonne sovrapposte, un corpetto blu con serpentine bianche e una cinta con un rombo che copre l’ombelico. Si sincretizza con la Vergine della Regola.

ELEGGUA’ è il primo orisha ad essere salutato, il primo a ricevere qualunque offerta, il primo (e l’ultimo) cui si canta nelle cerimonie e nelle feste ed anche il primo che viene ricevuto dai credenti, insieme con Oggùn, Ochossi e Osun, in un gruppo denominato GUERREROS. E’ l’orisha che custodisce la casa, apre e chiude le porte al destino, rappresenta il bene e il male, la notte e il giorno, la disgrazia e la felicità. I suoi colori sono il rosso e il nero. Viene sincretizzato con il Santo Niño di Atocha, Sant’Antonio da Padova e l’Anima Solitaria.

OGGUN il fabbro, violento e astuto; è l’orisha dei minerali, delle montagne, degli attrezzi, dei fabbri e dei soldati. Rappresenta il raccoglitore, il cacciatore solitario che vaga nel bosco e ne conosce tutti i segreti. Simbolizza il guerriero brusco, barbaro e bestiale. E’ il signore delle chiavi, le catene ed il carcere. I suoi colori sono il verde e il nero. Viene sincretizzato con San Pietro.

OCHOSSI il cacciatore, patrono di coloro che hanno problemi con la giustizia, mago, indovino, guerriero, cacciatore e pescatore. Si invoca per avere protezione quando bisogna affrontare un’operazione chirurgica. I suoi colori sono il blu prussia e il rosso corallo. Viene sincretizzato con San Norberto.

ORULA l’indovino, il benefattore dell’umanità, il principale consigliere perché rivela il futuro. Personifica la saggezza, la possibilità di influire sul proprio destino, anche il più avverso, medico e signore di uno dei quattro venti. Chi non ascolta i suoi consigli, sia uomo o Orisha, può essere vittima della mala sorte portata da Echu. Intorno ad Orula si è formato un complesso religioso che lo singolarizza rispetto a tutti gli altri Orishas. Per essere sacerdote di Ifà o babalawo, non è imprescindibile essere santero, anche se normalmente è così. Il suo potere è tanto grande che quando reclama qualcuno come suo figlio, questi deve abbandonare qualunque altro Orisha e dedicarsi a lui. Solo gli uomini possono essere babalawos; alcune donne hanno accesso al mondo di Ifà diventando Apetebi e vengono considerate spose della divinità partecipando ad alcuni dei suoi segreti. I suoi colori sono il verde e il giallo. Viene sincretizzato con San Francesco d’Assisi.

OSUN il messaggero di Obatalà e Olofi, è il guardiano della testa degli uomini, Orula si appoggia a lui per ottenere il potere della divinazione e la conoscenza del reale e del trascendente. Rappresenta la vita stessa. Gli appartengono tutti i colori (Osun vuol dire "pittura"). Viene sincretizzato con San Govanni Battista.

OBBATALA’ creatore della terra e scultore dell’essere umano. E’la divinità pura per eccellenza, signore di tutto ciò che è bianco, della testa, dei pensieri e dei sogni. Venne inviato sulla terra da Olofi per fare il bene e per governare il pianeta. E’ misericordioso e amante della pace e dell’armonia. Tutti gli Orishas lo rispettano. Non permette a nessuno di spogliarsi in sua presenza o di pronunciare parole ingiuriose o volgari. Secondo la sua manifestazione può essere uomo o donna, vecchio e saggio o giovane e guerriero. Il suo colore è il bianco. Generalmente viene sincretizzato con la Vergine de la Mercedes.

CHANGO’ dio del fuoco, del fulmine, del tuono e della guerra; dei tamburi batà, della danza, della musica e della bellezza virile. Rappresenta il maggior numero di virtù e imperfezioni umane: è lavoratore, coraggioso, buon amico, indovino e guaritore; ma è anche bugiardo, donnaiolo, rissoso e giocatore. Buon padre finché il figlio obbedisce, ma non lo ammette codardo o effeminato. I suoi colori sono il rosso e il bianco. Viene sincretizzato con Santa Barbara

OCHUN signora dell’amore e della femminilità, divinità del fiume; è il simbolo della civetteria e della grazia femminile. Amante di Changò, amica di Elegguà che la protegge. Accompagna sempre Yemayà. Vive nel fiume e assiste le gestanti e le partorienti. Viene rappresentata come una mulatta bella, simpatica, brava ballerina e sempre allegra. E’ capace tanto di risolvere, quanto di provocare, liti tra gli Orisha e tra gli uomini. Il suo colore è il giallo, ma gli vengono attribuiti anche il verde acqua e i corallini. Si sincretizza con la Vergine della Caridad del Cobre, patrona di Cuba.

IBEYIS gemelli divini, figli di Changò e Ochùn, cresciuti da Yemayà. Proteggono i bambini. Sono sincretizzati con i Santi Cosma e Damiano

OYA’ YANSA’ amante di Changò, signora del fulmine e del cimitero. Violenta e impetuosa, ama la guerra e accompagna Changò nelle sue campagne con il suo esercito di spiriti, combattendo con due spade. Vive alla porta del cimitero o nei suoi dintorni. Con Elegguà, Orula e Obatalà, domina i quattro venti. Possiede tutti i colori tranne il nero. Si sincretizza con la Vergine della Candelora

OBBA moglie ufficiale di Changò, che la ripudiò quando lei, per amor suo, si tagliò un orecchio. Signora dei laghi e delle lagune. E’ la guardiana delle tombe. E’ il simbolo della fedeltà coniugale e viene rappresentata come una giovane donna sensuale e dalle carni sode. I suoi colori sono il rosa e il giallo. Viene sincretizzata con Santa Rita da Cascia.

BABALU’ AYE’ divinità delle malattie, santo molto venerato e pregato per ottenere la grazia della guarigione. Il suo colore è il viola vescovile. Si sincretizza con San Lazzaro

OSAIN signore della natura, la natura stessa. Ha una sola mano, una sola gamba, un orecchio grande da cui è sordo e uno piccolo da cui sente tutto, anche il voli degli insetti. E’ il signore di tutte le erbe che hanno potere magico o curativo, bisogna chiedere a lui il permesso per raccoglierle. Il suo colore è il verde. Si sincretizza con San Silvestro.

Fine parte seconda...to be continued...
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